IL MIELE SULLA BOCCA DI TUTTI

di Elsa Menegolli - Honey Sommelier

Vi è mai capitato di sentire un sommelier definire l’aroma di un vino o di una birra, indicando che sa di miele? Il miele è infatti uno dei descrittori più affascinanti da utilizzare per andare a tracciare il profilo aromatico di un prodotto, legando le note olfattive a qualche cosa che rimanda alla dolcezza, la pasticceria e la delicatezza di qualcosa di zuccheroso.

Pensare che una birra possa donare un’aromaticità tale è di assoluto fascino. Tant’è che i professionisti della degustazione lo usano spesso per elogiare un calice che possa portare il consumatore ad interessarsi e mettersi alla prova, ricercando quel miele all'olfatto.

Elencare la nota di miele va di moda, perché le api e il miele sono spesso, ultimamente, al centro dell’attenzione nel mondo delle produzioni agricole e culinarie. In alcuni casi, i degustatori più esperti, sanno dare indicazioni ancora più dettagliate richiamando aromi di miele di acacia nei vini e dolci note di miele di castagno nelle birre.

Un professionista del miele sa che acclamare acacia o castagno è fine a sé stesso. Nell’andare ad identificare l’acacia all’interno di un vino ci aspettiamo quantomeno che la descrizione del sommelier continui elencando una serie di caratteristiche olfattive che l’acacia dona e che rappresentano i marcatori più comuni: la nota di confetto e il ricordo di vaniglia. Lo stesso vale per il miele di castagno che spesso i sommelier della birra scovano nella bevanda di Gambrinus nella sua versione più scura. Ci si aspetta quindi che i descrittori successivi richiamino alla mente ciò che il miele di castagno porta con sé praticamente sempre, ovvero la nota di sapone di marsiglia. Ne deriva quindi che definire una birra descrivendola come portatrice di una caratteristica così preziosa come l’aroma di miele di castagno, sappia in realtà di sapone di marsiglia.

Ma la cosa più terrificante arriva quando un professionista definisce una birra con una nota di miele scuro. Cosa ha percepito dunque il sommelier? Un miele di castagno, di melata o di grano saraceno?

In cuor mio mi auguro che non si tratti di miele di grano saraceno, altrimenti quella birra non potrà che rimanere invenduta!